Si ringrazia l’Associazione “Mi fido di te”, Palazzo Francisci (Todi), dal cui sito sono tratte le seguenti informazioni.
Il termine bulimia deriva dal greco βουλιμία, boulimía, composto di βους "bue" e λιμός "fame" (letteralmente "fame da bue") e indica un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dal bisogno compulsivo di ingerire spropositate quantità di cibo.
Criteri diagnostici:
- Ricorrenti abbuffate. Una abbuffata è caratterizzata da entrambi i seguenti aspetti:
- mangiare in un definito periodo di tempo (ad esempio un periodo di due ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili;
- sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (ad esempio, sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).
- Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno e esercizio fisico eccessivo.
- Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno due volte alla settimana, per tre mesi.
- I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei.
- L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di Anoressia Nervosa.
Si distinguono due principali sottotipi:
- Con condotte di eliminazione: nell’episodio attuale di Bulimia Nervosa il soggetto ha presentato regolarmente vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.
- Senza Condotte di Eliminazione: nell’episodio attuale il soggetto ha utilizzato regolarmente comportamenti compensatori inappropriati, quali il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo, ma non si dedica regolarmente al vomito autoindotto o all’uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.